Il Genio di Palermo
Il Genio di Palermo è il nume tutelare della città complementare a Santa Rosalia, Patrona della città.
È raffigurato come un uomo maturo dalla barba divisa in due ciocche ed una corona sul capo, abbracciato ad un serpente che si nutre al suo petto.
Si tratta di una delle più complesse e discusse figure mitiche della tradizione palermitana.
Una sorta di genius loci di cui esistono alcune sculture, un dipinto ed un mosaico.
Le più antiche rappresentazioni sono quelle poste all’ingresso del Porto di Palermo e a Palazzo Pretorio (Piazza delle Vergogne)
Le altre sono state realizzate tra il XV ed il XIX secolo: si tratta del Genio del Garaffo nella omonima piazza della Vucciria, del Genio di Piazza Rivoluzione e di quello all’interno della Villa Giulia, del Genio del mosaico realizzato da Pietro Casamassima per la Cappella Palatina al Palazzo dei Normanni, il Genio di Villa Fernandez, ed infine di quello che si trova proprio sopra la vostra testa nel piano nobile del Palazzo Termine del Conte d’Isnello: stiamo parlando del Genio dell’Apoteosi dipinto da Vito D’Anna nel 1760.
Tante le interpretazioni circa l’origine di questa figura; secondo lo storico siciliano Vincenzo Di Giovanni una statua raffigurante il Genio sarebbe stata donata alla Città da Scipione l’Africano come gesto di gratitudine per l’aiuto dato dai palermitani nella guerra contro i cartaginesi di Annibale.
Nonostante i dubbi sulla sua origine, il Genio di Palermo è motivo di grande attrazione per i turisti che una volta arrivati in città vanno alla ricerca delle sue otto raffigurazioni.
Il Genio è anche fonte di ispirazione per artisti contemporanei; la decoratrice Francesca Pagliaro ne ha realizzato una versione pop su tavole di legno; tre di queste tavole dai colori vivaci sono in bella mostra proprio nelle Stanze del Conte.